• Frasca “Al Pocjar”

    scritto il 9 Ottobre 2024 da: Michele Tomaselli

    Loneriacco di Tarcento

    Non è un tempio culinario del finto gourmet né una osteria del cosiddetto fuori porta, parliamo di tavole solide e ben assortite, senza strappi o conflitti da “parenti serpenti”. Homemade oltre la narrazione dei social e le corse all’ultimo like. Per arrivare “Al Pocjar” non ci sono indicazioni, la stradina del Praturis corre in discesa tra le vigne e gli uliveti di Loneriacco, una frazione del Comune di Tarcento, in un susseguirsi di incantevoli scorci; poi, a un certo punto, a sinistra, compare coperto dalla vegetazione il numero civico 9, vuol dire che siamo arrivati! Si parcheggia, senza chiedere permesso a nessuno. La porta della frasca è sempre aperta, o quasi … (chiusa generalmente dal 13 dicembre al 19 marzo!). A gestione familiare include l’osteria e una stalla per gli animali da cui spesso si sentono i muggiti delle mucche (ben diciotto!) e i nitriti dei cavalli. Qui si possono gustare salumi e formaggi genuini ma anche altre specialità della tradizione friulana, il tutto servito sul tradizionale tagliere di legno. Il lardo è semplicemente sublime servito con della polenta calda accompagnato da un ottimo vino rosso. L’obiettivo è far stare bene i clienti valorizzando i piatti e i vini locali. Eccellenze presentate in modo semplice ma che danno modo di vivere il territorio. É un viaggio nel tempo intorno a un bicchiere di vino, Jacum Gressani è il proprietario del locale … Uno che l’ascolteresti parlare per ore e che naturalmente, tra un aneddoto e l’altro, si assicura che il tuo bicchiere sia sempre pieno! È un’autodidatta … «Tutto è cominciato nel 2003 per caso – mi spiega – gestivo la mia impresa agricola ma capitava spesso che amici e curiosi venivano a trovarmi per bere un buon bicchiere di vino. Così, tra chiacchiere allegre, iniziai a dedicarmi a questo appassionato mestiere! L’osteria d’altra parte rappresenta le nostre origini, perché è il luogo dove siamo cresciuti, soprattutto è una testimonianza di cultura, di tradizioni e di sentimenti da conservare».

    Una palestra di vita si può dire dove si impara a confrontarsi con idee diverse dalle proprie, a discutere ed accettare anche un credo diverso, dove il vero oste sa rendere piacevole anche una stamberga! Gressani incominciò a vendere il vino di produzione propria e per questo motivo la autodefinì “frasca”; successivamente, aggiungendo all’offerta, il pane e altri prodotti caserecci a km0. Ripercorrendo la storia familiare, le sue origini sono carniche: il bisnonno risiedeva a Lauco, non lontano dalla forra del Vinadia. Agli inizi del primo Novecento il suo avo aprì un’osteria a Tavagnacco. «Un giorno – Gressani racconta – il bisavolo prese un fico dall’albero ma sciaguratamente cadde in una pozza di acqua fortunosamente senza rompersi le ossa del collo, ho voluto così ricordarlo assegnando il nome Al Pocjar”» All’interno sono appese moltissime fotografie e oggetti della tradizione contadina tra cui strumenti di lavoro e ceste in vimini. Si distingue la parete col grande murales dipinto da Titti design (https://tittidesign.com) che immortala una scena agreste. Ovvero un’immagine animata del Friuli del secondo dopoguerra. Si vedono sei donne con tre gerle e vari animali tra cui Felix: un gattone dolcissimo nato senza un occhio, volutamente ritratto perché qui è di casa tanto da accogliere e fare le fusa ai clienti. Quindi, non esitate, lasciatevi trasportare e visitate la Frasca “Al Pocjar”, il vostro palato vi ringrazierà. Parola del Comitato!

    Il gatto Felix

     

    Da Sinistra Michele Tomaselli, Jacum Gressani e Elena Colonna, Presidente del Fogolar Furlan di Milano.

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