• La tana del lupo, il bunker di Hitler durante la II Guerra Mondiale

    scritto il 4 Febbraio 2016 da: Michele Tomaselli

    Un tuffo silente nella foresta selvaggia.Sono le 7.30 del mattino del 17 agosto 2015, e la luce del sole tarda ad arrivare.Una foresta impenetrabile intrappola i miei pensieri. È buio, il luogo tetro incute timore. Sembra uno scenario post-nucleare. Le tenebre aleggiano indisturbate, gli alberi tacciono vergogna e le fronde oscillano asincronamente creando ombre a terra. La strada che esce da Kętrzyn in direzione est, nella Polonia orientale, quasi ai confini con la Russia, è uno spettacolo innaturale, indescrivibile … Un luogo a cui è difficile distogliere lo sguardo.. Non si incrociano automobili, nessuna forma di vita. Non distante vi è una vecchia linea ferroviaria; tuttavia la vegetazione ha preso il sopravvento, così, anche i treni si celano nell’intricata selva oscura.

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    Proseguo, senza troppo attenzione, verso una meta che si mostrerà in tutta la sua interezza angosciante. Il silenzio è fitto e tutto parla … I suoni della Natura sono magniloquenti, da riempire ogni vuoto. Fruscii di rami, insoliti cinguettii di uccelli e frastuoni da crolli. Troppi misteri avvolgono la pace di questo luogo ….

    Qui, Claus Philipp von Stauffenberg attentò la vita del Fuher, nell’operazione denominata Valchiria, resa celebre dal film “Operazione Valchiria” del 2008 ed interpretato da Tom Cruise, ma soprattutto fu il quartier generale di Adolf Hitler, durante la II Guerra Mondiale. Proprio qui, il gerarca nazista visse più di 800 giorni: fra il 24 giugno del 1941 e il 20 novembre del 1944. Oggi, è tutto in rovina, ma il luogo, circa 250 ettari, è stato recentemente riaperto al Pubblico su iniziativa del Ministero della Cultura Polacca.

    Giungo al cancello d’ingresso. La sbarra ancora abbassata attende il pagamento del pedaggio. Mi attende il bosco, un tedioso groviglio di alberi dove il cielo è oscurato dalla vegetazione. Ad accogliermi, dei vecchi manufatti in cemento armato prossimi alla distruzione che rievocano antichi fasti. All’interno dei bunker ho l’impressione di udire la canzone “Lili Marleen” nella voce di Marlene Dietrich, la canzone tedesca, tradotta in svariate lingue, divenuta uno stoccafisso dei soldati durante la Seconda Guerra Mondiale. Peraltro la canzone fu osteggiata dal regime nazista, tanto che, il ministro della Propaganda: Joseph Goebbels, fece distruggere l’incisione originale; tuttavia la canzone ebbe un successo mondiale e “Radio Belgrad” la trasmetteva ogni sera, alle 21:55, a chiusura dei programmi.

    Il tempo non cancella le tracce

    _MG_2692 (Copia)                                          ingresso alla Tana del Lupo e sullo sfondo l’ex albergo

    L’idea di creare il Quartiere Generale di Adolf Hitler, nei pressi di Ketrzyn, nacque nella meta del 1940, quando il III Reich stabilì di invadere l’Unione Sovietica. Per questo motivo il Comando Supremo delle forze armate tedesche decise di realizzarlo nelle immediate vicinanze del fronte orientale. Alla scelta del luogo viene incaricati l’ingegnere Fritz Todt coadiuvato dal generale Rudolf Schmundt. Individuò un bosco di latifoglie, di circa 850 ettari, nelle immediate vicinanze di Gierloz, il quale forniva un ottimo riparo dalle incursioni aeree. Inoltre garantiva una protezione naturale, soprattutto perché era racchiuso da vaste paludi e dai laghi Tuchel, Siercze, Kwiedzina e Moj. Come se non bastasse la località era attraversata da una linea ferroviaria, indispensabile per la costruzione della base.

    I Grandi Laghi della Masuria che circondavano Gierloz, erano protetti dall’imponente Fortezza di Boyen. Si trattava di una fortificazione prussiana costruita attorno alla meta del XIX sec. che offriva un punto di osservazione e di pronto intervento sulla frontiera sovietica. Adolf Hitler e il Comando Supremo accettarono la scelta strategica di Todt. Nel frattempo Fritz Todt venne nominato responsabile dell’edilizia e Ispettore Generale del III Reich per la costruzione di strade, ponti ed altre tipologie d’infrastrutture.

    I lavori ebbero inizio nell’autunno del 1940 e furono affidati all’ Organizzazione Todt, impresa che costruiva le fortificazioni militari per il III Reich. Il progetto era stato realizzato dall’ingegnere P. Behrens, mentre la direzione lavori era stata affidata all’ing. Fritz Todt.

    Tuttavia, alla morte di Todt, avvenuta nel 1942, venne incaricato supervisore dei lavori: il Ministro degli Armamenti e della Produzione Bellica Albert Speer. Per mantenere la segretezza dei lavori furono assunti unicamente lavoratori tedeschi, provenienti dalla Prussia Orientale. A fine lavori, il complesso era costituito da oltre 80 edifici, di cui 7 irrobustiti da un sistema a prova di bomba.

    Tuttavia i piani prestabiliti prevedevano l’utilizzo della struttura per un tempo determinato, dacché si riteneva l’Unione Sovietica prossima alla capitolazione. Non fu così, come sappiamo dagli eventi storici e l’invasione tedesca della Russia si tramutò in una lunga ed estenuante guerra di logoramento: una delle peggiori carneficine della storia.

    Durante le operazioni d’invasione dell’Unione Sovietica, Hitler vi stabilì la sua residenza e dimorò dal 24 giugno del 1941 al 20 novembre del 1944, trascorrendovi complessivamente 800 giorni. Dal suo giorno di arrivo il quartiere generale venne nominato “Wolfsschanze” (La Tana del Lupo)”. Il nome era collegato al nome in codice “Herr Wolf” “signor Lupo”, appellativo usato da Hitler nel “Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei“- il Partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi (NSDAP).

    Caratteristiche tecniche dell’ex quartiere generale

    _MG_2787 (Copia)                                                           resti all’interno della Tana del Lupo

    Nella prima fase, dall’autunno del 1940 al giugno del 1941, furono realizzati diverse tipologie di fabbricati che annoveravano baracche in legno, edifici in mattoni, e rifugi in cemento armato. Quest’ultimi avevano muri esterni di larghezza pari a 2 metri e solai di altezza variabile compresi fra 2 e 3 metri. A seguito del prolungamento delle operazioni belliche si decise di rinforzare i siti esistenti con uno speciale involucro di cemento armato. Inoltre si edificarono nuovi bunker con pareti larghe 6 metri e solai di altezza variabile compresi fra 6 e 9 metri. Per l’impasto del calcestruzzo si utilizzarono sabbia e ghiaia dei dintorni di Goldap, (Comune urbano rurale polacco) il cemento Portland tipo 600 di provenienza italiana e ferri d’armatura della ditta tedesca Krupp.

    Un aspetto tecnico prevedeva la mimetizzazione delle strutture. L’intento era quello di assicurare una perfetta omocromia con l’ambiente circostante. Per questo motivo furono applicati degli speciali intonaci ad alghe marine e a trucioli. In aggiunta le coperture degli edifici furono ricoperte da erba, cespugli e alberi; come se non bastasse vennero applicate delle reti mimetizzanti per coprire le pareti dei bunker. Quest’ultime appese anche sopra i passaggi. Il livello di mimetizzazione era garantito da foto aeree; nel qual caso venissero svelate parti visibili,si interveniva immediatamente con azioni di mascheramento.

    Tutto il complesso era circondato da campi minati larghi dai 50 ai 150 metri, a seconda della configurazione del terreno. Le mine erano disposte asimmetricamente sui vari livelli. Esternamente, era stato collocato del filo spinato, del tipo cavallo di Frisia, nonché erano state disposte delle torri d’osservazione e postazioni di artiglieria contraerea.

    La Tana del Lupo era munita di due aeroporti, una stazione ferroviaria, la posta, le linee telefoniche, il telegrafo, la mensa ufficiali, una sauna, un cinema e un area ricreativa. Era un città perfettamente funzionante in grado di funzionare autonomamente e dotata di una centrale elettrica e di una rete idrica. Una sala caldaia provvedeva a rifornire gli edifici di acqua calda. Per ragioni di sicurezza si accedeva solo muniti di speciali permessi.

    La linea ferroviaria e le strade di accesso venivano utilizzate esclusivamente per scopi militari. Il territorio del quartiere era diviso in tre zone. Nella prima si trovavano i rifugi degli ufficiali generali: Martin Bormann, segretario generale del partito NSDAP.; del feldmaresciallo Wilhelm Keitel, generale maggiore delle forze armate tedesche e di Alfred Jodl, capo di Stato maggiore. Nell’autunno del 1944 si aggiunse anche quello del maresciallo Hermann Goring. Anche Adolf Hitler dimorava nella prima zona: il suo bunker largo 36 metri e lungo 60, aveva una corazza protettiva di 8 metri.

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    Sempre nella prima zona erano stati inseriti gli alloggi degli ufficiali aiutanti e quelli della Wehrmacht. Si trovavano i locali dello stenografo, delle segretarie, della centrale telescrivente e sanitario. Tutt’al più era stata realizzata un’area speciale dei più stretti collaboratori fra i quali oltre a Martin Bormann, Wilhelm Keitel, Alfred Jodl, Herman Goring, anche Walter Warlimont, Alfred Speer, Johann Rattenhuber e il medico Theodor Morell.

    Il servizio di vigilanza del campo era garantito dal Reichssicherheitsdienst (RSD), un corpo delle SS e guardia particolare di Hitler e dal Fùhrer Begleit Bataillon (FBB) una divisione tedesca. Adolf Hitler si era allontano dal quartiere generale solo alcune volte, una delle quali per un lungo periodo. Così, il 20 luglio 1944, pochi giorni dopo il suo rientro, il colonnello Claus Philipp von Stauffenberg attuò l’operazione “Valchiria” nel complotto contro la vita del Fuhrer.

    Nella seconda zona si trovavano la stazione ferroviaria e gli alloggi del Ministro degli Armamenti e degli Approvvigionamenti, prima l’ing. Fritz Todt, e poi Albert Speer. Altresì erano collocati un hotel, un centro ricreativo;, un rifugio antiaereo con cannoni e mitragliatrici antiaeree, e l’abitazione del comandante del campo: Otto Remer. Infine la terza zona. Alle sue estremità si trovavano i campi minati sorvegliati dalle pattuglie del Fùhrer Begleit Bataillon (FBB).

    La popolazione dei dintorni conosceva l’ esistenza del campo, ma non immaginava che fosse la dimora del Fùhrer.

    Su ordine del feldmaresciallo Wilhelm Keitel il quartiere generale saltò in aria il 24 gennaio del 1945. Ogni detonazione richiese dalle 8 alle 11 tonnellate di esplosivo. Gli scoppi furono così forti che causarono la rottura dello strato superficiale di ghiaccio del vicino lago. Due giorni dopo i Russi trovarono la base completamente distrutta. L’opera di bonifica dei campi minati durò dal 1945 al 1955. Gli sminatori recuperarono oltre 54.000 mine.

     Il Quartiere generale nella mappa

    1. l’albergo della guarda personale di Hitler, adesso ristorante e l’hotel;
    2. il servizio del sicurezza III Reich- Reichssicherheitsdienst (RSD);
    3. la baracca del consiglio speciale;
    4. la guardia personale di Hitler (Fùhrer Begleit Bataillon (FBB)con le SS);
    5. la guardia del corpo;
    6. il bunker pesante per gli ospiti;
    7. la baracca del servizio di stenografia;
    8. la posta;
    9. l’impianto di depurazione;
    10. il magazzino dei viveri;
    11. il bunker di M. Bormann;
    12. il bunker della protezione antiaereo;
    13. il bunker di A. Hitler;
    14. la piscina antifuoco;
    15. la casa del maresciallo Hermann Goring;
    16. il bunker antiaereo di Hermann Goring;
    17. lo Stato Maggiore del comandante A. Jodl;
    18. il casino II;
    19. il bunker del feldmaresciallo W. Keitel;
    20. gli ufficiali aiutanti: della Wehrmacht e Hitler;
    21. il bunker della comunicazione;
    22. il garage;
    23. alto comando dell’ aviazione;
    24. alto comando della marina;
    25. il bunker della protezione antiaerea;
    26. l’albergo del battaglione personale di A.Hitler;
    27. l’albergo del dottore F.Todt;
    28. il ministero degli affari esteri;

     

    Gli oggetti indicati con le lettere

    A. la stazione delle pompe dell’ acqua;

    B. la fornitura di energia elettrica:

    C. la sauna;

    D. la casa di M. Bormann;

    E. il casino 1;

    F. vecchia a casa de tè;

    G. il vano delle caldaie;

    H. la stanza degli autisti;

    I. il cinema;

    J. il ufficio della stampa di O. Dietrich;

    K. la stazione ferroviaria;

    L- l’edificio del medico e degli ufficiali del collegamento;

    L. il cimitero;

    M. l’areoporto.

    L’operazione Valchiria

    Adolf Hitler non era certo benvoluto e subì oltre 40 attentati. Bisogna ammettere che la fortuna fu sempre dalla sua parte, in particolare quella volta quando Claus Philipp von Stauffenberg ed altri collaboratori progettarono di ucciderlo nell’operazione denominata “Valchiria”.

    Di fatto i congiurati non credevano più nella vittoria finale e volevano garantire alla Germania condizioni migliori per la capitolazione. Per questo motivo era necessario eliminare gli alti ufficiali nazisti: Adolf Hitler, Hermann Goring, Heinrich Himmler, Wilhelm Keitel, Martin Bormann e Alfred Jodl, e prendere il potere. L’occasione capitò quando il colonnello e conte Claus Philipp von Stauffenberg entrò a far parte dello Stato Maggiore. La nomina gli permetteva di accedere ai consigli dello Stato Maggiore. Così, assieme ad altri ufficiali della Wehrmacht, decise di mettere in atto il giorno 20 luglio del 1944, l’operazione denominata “Valchiria”. Era stato previsto di sopprimere l’intero Stato Maggiore, attraverso l’innesto di due ordigni, in concomitanza di una riunione operativa presso la Tana del Lupo.

    L’esplosione uccise quattro ufficiali: il generale Günther Korten capo dello Stato Maggiore dell’aviazione, il colonnello Heinz Brandt (vice) del generale Heusinger, il generale Rudolf Schmundt aiutante e lo stenodattilografo Heinrich Berger, mentre Hitler subiva solo lievi ferite; Seguirono numerosi arresti (circa 5.000), molti dei quali poi giustiziati.

    Il tentato colpo di stato finì alle 12.30 dello stesso giorno. Dei nomi più noti furono arrestati Claus Philipp von Stauffenberg, Albrecht Mertz von Quirnheim, Friedrich Olbricht, Werner von Haeften, e Ulrich von Hassell. In seguito i cospiratori vennero impiccati o fucilati. La maggior parte appesi agli uncini del mattatoio di Pifitzensee. A pari passo terribile la sorte dei familiari. La moglie di Stauffenberg:Nina fu stata arrestata dalla Gestapo il 23 luglio 1944, poi trasferita al campo di concentramento di Ravensbrück: Lì trascorse 5 mesi. Ma fortunosamente si salvò. La figlia di Ulrich von Hassell: Fey von Hassell, mamma dell’architetto Roberto Pirzio Biroli, venne arrestata nella villa Savorgnan di Brazzà, a Brazzacco di Moruzzo e deportata a Dachau e poi Mauthausen. Stessa sorte toccò ai suoi due giovanissimi figli Roberto e Corrado. A fine guerra, Fey von Hassell sopravvissuta per buona sorte alle terribili sofferenze, con l’aiuto della madre e della sorella Almuth, riuscì a trovare i figli in un orfanotrofio. Corrado riconobbe subito la mamma, mentre Roberto la identificò solamente quando vide in una fotografia Mirko il cavallino bianco della villa Savorgnan di Brazzà.

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